Il sindaco Bascialla, sollecitato da una lettera aperta inviata alla stampa dal Comitato Salviamo gli Alberi di Piazza Mazzini, ha dato una non risposta a mezzo stampa in cui ribadisce che le piante sono da abbattere perché “alcune” sarebbero malate mentre altre, “dovendo mettere mano ai sottoservizi, diventano pericolose”.
Le dichiarazioni del sindaco si basano sulla relazione del Dr. Martino Pozzi, incaricato dall’amministrazione per stilare “una relazione tecnico – agronomica inerente alle scelte progettuali della nuova vegetazione proposta nel progetto … di riqualificazione”.
Partiamo allora da qui, dalla relazione dell’agronomo incaricato. Il documento parla esplicitamente di un’indagine speditiva. Come dice la parola stessa, ci permettiamo di spiegare al primo cittadino, analisi speditiva significa che l’agronomo ha effettuato un’analisi veloce, basata solo sull’osservazione visiva.
Per comprendere meglio il senso e la portata della relazione che l’amministrazione utilizza a supporto della tesi di abbattimento delle piante, riportiamo una definizione più precisa e puntuale di “indagine speditiva”:
Queste analisi sono diffusamente impiegate come analisi di screening per una prima classificazione dei campioni e affiancano le analisi tradizionali, di solito condotte in laboratorio.
La necessità di affiancare l’analisi speditiva a quella tradizionale deriva dal fatto che di solito i metodi di analisi speditiva non hanno la sensibilità delle analisi di laboratorio e la risposta, quindi, può non essere esauriente per tutti i campioni.
Può quindi un’amministrazione pubblica avallare l’abbattimento di importanti piante del parco, in funzione di un’analisi speditiva? La pericolosità delle piante è verificabile in maniera oggettiva attraverso dei test e delle analisi più approfondite. Ed è questo che il comitato chiedeva nella lettera aperta. Ma come sospettavamo, l’amministrazione non ha potuto dare questa risposta perché non esistono indagini strumentali a supporto della tesi “speditiva” dell’agronomo.
Per fare un esempio, è come se un bravo e apprezzato medico, a fronte di un paziente anziano che presenta lievi sintomi riscontrabili ad una prima indagine speditiva, formulasse una diagnosi definitiva e prescrivesse una terapia drastica senza rimandare il paziente stesso ad analisi strumentali più specifiche e approfondite.
Il secondo punto su cui il primo cittadino crea appositamente confusione riguarda la potenziale pericolosità degli alberi, derivante dai lavori di messa in opera dei sottoservizi. Ma di quali sottoservizi stiamo parlando?
Fermo restando che oggi esistono tecniche non invasive che consentirebbero di operare senza danneggiare l’impianto radicale delle piante – e quindi senza il rischio di comprometterne la stabilità – non si capisce perché l’amministrazione non abbia pensato di trovare lo spazio per soddisfare questa esigenza laddove non si crea pericolo per la stabilità degli alberi. E inoltre, se i sottoservizi a cui fa riferimento il sindaco sono quelli necessari alla realizzazione del nuovo progetto, non si capisce perché non si possa trovare un progettista che preveda la stesura di un progetto che consideri questo aspetto al fine di preservare il patrimonio ambientale preesistente del parco!
Il Comitato non è contrario a un progetto di abbellimento e di riqualificazione della piazza ma si opporrà fermamente a qualsiasi tentativo di abbattimento selvaggio e ingiustificato di tutti gli alberi storici (e sani) del parco.